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− | di locuzioni e di modi, quanto più | + | nere di locuzioni e di modi, quanto più dif- |
− | meglio conformi e corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda | + | formi dalla ragione, tanto meglio conformi e |
− | il più sincero, gentile e squisito parlare | + | corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda |
− | siccome la natura non è manco universale che la ragione, così | + | il più sincero, gentile e squisito parlare ita- |
− | + | liano e greco. E siccome la natura non è | |
− | + | manco universale che la ragione, così non dob- | |
− | + | biamo pensare che questa e altre tali facoltà | |
− | + | della nostra lingua producano oscurità, salvo | |
− | + | che s’adoprino con avvertenza e naturalezza. | |
− | qualità del | + | Piuttosto è da temere che se abbracceremo |
− | e ossa, com’è ridotta la francese, e non | + | con troppa affezione l’esattezza matematica, |
− | + | e se la studieremo, e ci sforzeremo di promuo- | |
− | + | verla sopra tutte le altre qualità del favella- | |
− | nelle frasi minute, quanto nelle | + | re, non riduciamo la lingua italiana in pelle |
− | lingua, e nella composizione della dicitura. Laonde possiamo | + | e ossa, com’è ridotta la francese, e non sov- |
− | scrivere barbaramente quando anche evitiamo qualunque | + | vertiamo e distrugghiamo affatto la sua pro- |
− | + | prietà: essendo che la proprietà di qualsivo- | |
− | testi classici | + | glia lingua non tanto consista nelle nude pa- |
+ | role e nelle frasi minute, quanto nelle facol- | ||
+ | tà e forme speciali d’essa lingua, e nella | ||
+ | composizione della dicitura. Laonde possiamo | ||
+ | scrivere barbaramente quando anche evitiamo | ||
+ | qualunque menoma sillaba che non si possa | ||
+ | accreditare con dieci o quindici testi classici | ||
Versione delle 18:06, 21 feb 2020
rita, considerando ch’ella spetta a quel ge-
nere di locuzioni e di modi, quanto più dif-
formi dalla ragione, tanto meglio conformi e
corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda
il più sincero, gentile e squisito parlare ita-
liano e greco. E siccome la natura non è
manco universale che la ragione, così non dob-
biamo pensare che questa e altre tali facoltà
della nostra lingua producano oscurità, salvo
che s’adoprino con avvertenza e naturalezza.
Piuttosto è da temere che se abbracceremo
con troppa affezione l’esattezza matematica,
e se la studieremo, e ci sforzeremo di promuo-
verla sopra tutte le altre qualità del favella-
re, non riduciamo la lingua italiana in pelle
e ossa, com’è ridotta la francese, e non sov-
vertiamo e distrugghiamo affatto la sua pro-
prietà: essendo che la proprietà di qualsivo-
glia lingua non tanto consista nelle nude pa-
role e nelle frasi minute, quanto nelle facol-
tà e forme speciali d’essa lingua, e nella
composizione della dicitura. Laonde possiamo
scrivere barbaramente quando anche evitiamo
qualunque menoma sillaba che non si possa
accreditare con dieci o quindici testi classici