Differenze tra le versioni di "B24 ANNOTAZIONI p. 155"

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rita, considerando ch’ella spetta a quel genere
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rita, considerando ch’ella spetta a quel ge-
di locuzioni e di modi, quanto più difformi dalla ragione, tanto  
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nere di locuzioni e di modi, quanto più dif-
meglio conformi e corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda  
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formi dalla ragione, tanto meglio conformi e  
il più sincero, gentile e squisito parlare italiano e greco. E  
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corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda  
siccome la natura non è manco universale che la ragione, così  
+
il più sincero, gentile e squisito parlare ita-
non dobbiamo pensare che questa e altre tali facoltà della no-
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liano e greco. E siccome la natura non è  
stra lingua producano oscurità, salvo che s’adoprino con av-
+
manco universale che la ragione, così non dob-
vertenza e naturalezza. Piuttosto è da temere che se abbracce-
+
biamo pensare che questa e altre tali facoltà  
remo con troppa affezione l’esattezza matematica, e se la stu-
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della nostra lingua producano oscurità, salvo  
dieremo, e ci sforzeremo di promuoverla sopra tutte le altre  
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che s’adoprino con avvertenza e naturalezza.  
qualità del favellare, non riduciamo la lingua italiana in pelle  
+
Piuttosto è da temere che se abbracceremo
e ossa, com’è ridotta la francese, e non sovvertiamo e di-
+
con troppa affezione l’esattezza matematica,  
strugghiamo affatto la sua proprietà: essendo che la proprietà  
+
e se la studieremo, e ci sforzeremo di promuo-
di qualsivoglia lingua non tanto consista nelle nude parole e  
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verla sopra tutte le altre qualità del favella-
nelle frasi minute, quanto nelle facoltà e forme speciali d’essa  
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re, non riduciamo la lingua italiana in pelle  
lingua, e nella composizione della dicitura. Laonde possiamo  
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e ossa, com’è ridotta la francese, e non sov-
scrivere barbaramente quando anche evitiamo qualunque meno-
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vertiamo e distrugghiamo affatto la sua pro-
ma sillaba che non si possa accreditare con dieci o quindici  
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prietà: essendo che la proprietà di qualsivo-
testi classici
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glia lingua non tanto consista nelle nude pa-
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role e nelle frasi minute, quanto nelle facol-
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e forme speciali d’essa lingua, e nella  
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composizione della dicitura. Laonde possiamo  
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scrivere barbaramente quando anche evitiamo  
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qualunque menoma sillaba che non si possa  
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accreditare con dieci o quindici testi classici
  
  

Versione delle 18:06, 21 feb 2020

p. 154 ← → p. 156

B24155.jpg


rita, considerando ch’ella spetta a quel ge-
nere di locuzioni e di modi, quanto più dif-
formi dalla ragione, tanto meglio conformi e
corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda
il più sincero, gentile e squisito parlare ita-
liano e greco. E siccome la natura non è
manco universale che la ragione, così non dob-
biamo pensare che questa e altre tali facoltà
della nostra lingua producano oscurità, salvo
che s’adoprino con avvertenza e naturalezza.
Piuttosto è da temere che se abbracceremo
con troppa affezione l’esattezza matematica,
e se la studieremo, e ci sforzeremo di promuo-
verla sopra tutte le altre qualità del favella-
re, non riduciamo la lingua italiana in pelle
e ossa, com’è ridotta la francese, e non sov-
vertiamo e distrugghiamo affatto la sua pro-
prietà: essendo che la proprietà di qualsivo-
glia lingua non tanto consista nelle nude pa-
role e nelle frasi minute, quanto nelle facol-
tà e forme speciali d’essa lingua, e nella
composizione della dicitura. Laonde possiamo
scrivere barbaramente quando anche evitiamo
qualunque menoma sillaba che non si possa
accreditare con dieci o quindici testi classici