Differenze tra le versioni di "B24 ANNOTAZIONI p. 176"

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tua onestà? E forse il Molza ebbe la mede-
 
tua onestà? E forse il Molza ebbe la mede-
 
sima intenzione de’ poeti sopraddetti usando il  
 
sima intenzione de’ poeti sopraddetti usando il  
verbo ''credere'' in questo verso della Ninfa Ti-
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verbo ''credere'' in questo verso della Ninfa <span style="background-color:yellow;">[[tiberina|Ti-]]</span>
berina (4): ''Troppo credi e commetti al tor''
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''to lido''.
  

Versione attuale delle 12:47, 14 apr 2020

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B24176.jpg


del Poliziano (1). Nè SI CREDEVA ancor
LA VITA A’ VENTI. E questo, ch’è del
Guarini (2). Dunque A L’AMANTE L’O-
NESTÀ CREDESTI? Al che l’autore me-
desimo fa quest’annotazione (3). Ripiglia a-
cutamente Nicandro la parola di credere, ri-
torcendola in Amarilli con la forza d’un al-
tro significato, che ottimamente gli serve;
perciocchè il verbo credere nel suo volgare
e comunissimo sentimento significa dar fede,
e in questo l’usa Amarilli. Significa anco-
ra confidare sopra la fede, sì come l’usano
molte volte i latini; e in questo l’usa Ni-
candro in significazione attiva, volendo dire.
Dunque confidasti tu in mano dell’amante la
tua onestà? E forse il Molza ebbe la mede-
sima intenzione de’ poeti sopraddetti usando il
verbo credere in questo verso della Ninfa Ti-
berina (4): Troppo credi e commetti al tor
to lido.


(1) Stanze, l. 1, st. 20.
(2) Past. Fido, At. 4, sc. 5, v. 101.
(3) P.F. Ven. app. G.B. Ciotti 1602, p. 292.
(4) St. 30.