F31 CANTO XII. ǁ La sera del giorno festivo p. 93
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N35c XIII. ‖ LA SERA ‖ DEL DÌ DI FESTA
XII.
LA SERA
DEL GIORNO FESTIVO.
1 Dolce e chiara è la notte e senza vento,
2 E queta in mezzo a gli orti e sovra i tetti
3 La luna si riposa, e le montagne
4 Si discopron da lungi. O donna mia,
5 Già tace ogni sentiero, e pei balconi
6 Rara traluce la notturna lampa:
7 Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
8 Ne le tue chete stanze; e non ti morde
9 Cura nessuna; e già non pensi o stimi
10 Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
11 Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
12 Appare in vista, a salutar m'affaccio,
13 E l’antica natura onnipossente,
14 Che mi fece a l'affanno. A te la speme
15 Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
16 Non brillin gli occhi tuoi fuor che di pianto.
17 Questo dì fu solenne: or da' trastulli