N35 XIII. ‖ LA SERA ‖ DEL DÌ DI FESTA. p. 63

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XIII.
LA SERA
DEL DÌ DI FESTA


1 Dolce e chiara è la notte e senza vento,
2 E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
3 Posa la luna, e di lontan rivela
4 Serena ogni montagna. O donna mia,
5 Già tace ogni sentiero, e pei balconi
6 Rara traluce la notturna lampa:
7 Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
8 Nelle tue chete stanze; e non ti morde
9 Cura nessuna; e già non sai nè pensi
10 Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.
11 Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
12 Appare in vista, a salutar m’affaccio,
13 E l’antica natura onnipossente,
14 Che mi fece all'affanno. A te la speme
15 Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro
16 Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
17 Questo dì fu solenne: or da’ trastulli
18 Prendi riposo; e forse ti rimembra
19 In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti