Differenze tra le versioni di "NR25 Annotazioni p. 671"

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virtù, chiuda e stoppi a dirittura in perpetuo le fonti della  
 
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favella; costui non sa che diamine si sia nè vocabolario nè  
 
favella; costui non sa che diamine si sia nè vocabolario nè  
lingua nè altra cosa del mondo.
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lingua nè altra cosa <span style="background-color:yellow;">[[del mondo]]</span>.
 
&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;''Ivi'', 14. O ''con'' l’umano
 
&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;''Ivi'', 14. O ''con'' l’umano
 
&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Valor ''contrasta'' il duro fato invano?
 
&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Valor ''contrasta'' il duro fato invano?

Versione delle 12:29, 13 apr 2020

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NR25671.jpg


si debbano intendere annullate senz’altro tutte le facoltà che
tutti gli scrittori fino a quel punto avevano avute verso la me-
desima; e che quella pubblicazione, per sola e propria sua
virtù, chiuda e stoppi a dirittura in perpetuo le fonti della
favella; costui non sa che diamine si sia nè vocabolario nè
lingua nè altra cosa del mondo.
        Ivi, 14. O con l’umano
                  Valor contrasta il duro fato invano?
Il Casa nella prima delle Orazioni per la Lega (1): Nè io
voglio di questo CONTRASTARE CON esso lui. E nell’altra (2):
Conciossiacosachè di tesoro non possa alcun pur COL Re solo CON-
TRASTARE. Angelo di Costanzo nel centesimosecondo Sonetto:
Accrescer sento, e non già venir meno Il duol, nè posso far sì
che CONTRASTI CON la sua forza, o che a schermirsi basti Il
cor del suo vorace aspro veneno.
        IV, 3. A te cui fato aspira
                  Benigno.
I vari usi del verbo aspirare cercali nei buoni scrittori la-
tini e italiani; chè se ti fiderai del Vocabolario della Crusca,
giudicherai che questo verbo propriamente e unicamente signi-
fichi desiderare e pretendere di conseguire, laddove questa è
forse la più lontana delle metafore che soglia patire il detto
verbo. E ti farai maraviglia come Giusto de’ Conti (3) pregasse
Amore che gli affrancasse e aspirasse la lingua, e come il
Molza (4) dicesse che la fortuna aspirava lieto corso ad An-
nibal Caro, e il Rucellai che il sole aspira vapori caldi e
che il vento aspira il freddo boreale (5) e che l’orto aspira
odor di fiori e d’erbe (6), e come Remigio Fiorentino (av-
verti questo soprannome) scrivesse in figura di Fedra (7) : IL
QUAL sì come acerbamente infiamma Il petto a me (parla d’A-
more), così BENIGNO e pio A tutti i voti tuoi cortese ASPIRI.
E prima (8) avea detto parimente d’Amore: Così BENIGNO A
i miei bei voti ASPIRI. Similmente dice in persona di Paride (9):
Nè leve ASPIRA A l’alta impresa mia negletto NUME. E in



(1) Lione (Venezia), p. 7.
(2) P. 38.
(3) Bella Mano, canz. 1, st. 1.
(4) Son. Voi cui Fortuna lieto corso aspira.
(5) Api, v. 159.
(6) V. 404.
(7) Epist. 4 d’Ovid. v. 309.
(8) V. 40.
(9) Ep. 15, v. 51.