NR25 Annotazioni p. 807

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quanto colore, se
gli possa fare una camicia nè d’argento nè d’oro nè d’altra materia. Lo stesso dovremo intendere del color dorato che 142 diciamo comunemente di certi cavalli, di certi vini e dell’al-
tre cose che l’hanno; e così lo chiamano anche i Francesi.
Un cotal ponte che il Tasso chiama dorato, so certamente 143 che fu d’oro, per testimonio del medesimo Tasso, che lo fab-
bricò del proprio. Ecco (111) un ponte mirabile appariva,
Un ricco ponte D’OR, che larghe strade Su gli archi stabi- lissimi gli offriva. Passa il DORATO varco; e quel giù cade.
Oltre a questo so che l’aurata pellis di Catullo (112) è pro- 144 priamente il famoso vello d’oro; il quale se fosse stato indo-
rato a bolo, a mordente o come si voglia, o ricamato d’oro,
o fatto a uso delle tocche, non si moveva Giasone per an-
darlo a conquistare, e non era il primo a cacciarsi per forza
in casa de’ pesci. E so che gli aurati vezzi (113) che portava 145 al collo quel giovanetto indiano descritto da Ovidio per ga-
lante e magnifico nell’ornamento della persona, sarebbe stata
una miseria che non fossero d’oro solido; che la pioggia aurata
di Claudiano (114) è pioggia d’oro del finissimo; che l’asta aeratae cuspidis nelle Metamorfosi d’Ovido (115) è proba-
bile ch’abbia la punta di rame o di ferro, e in ultimo che gli aerati nodi (116), l’aeratae catenae (117) e l’aerata pila (118) di Properzio sono altresì di ferro o di rame. Posto 146 dunque che sia ben detto aeratus in vece di aereus; auratus
ed aurato, orato o dorato in vece d’aureus e d’aureo; ar- gentato o inargentato in vece d’argenteo; non potrà stare
che ferrato in vece di ferreo sia detto male. Ed eccoti fra i 147 latini Valerio Flacco nel sesto libro chiama ferrate certe immagini di ferro. Densique (119) levant vexilla Coralli, Barbaricae queis signa rotae, FERRATAQUE dorso FORMA Suum. Lascio stare che dove nel terzo delle Georgiche (120) 148 si legge, Primaque ferratis praefigunt ora capistris, dice Servio
che ferrati sta per duri: intende che sia metaforico, e salvo questo, viene a dire che sta per ferrei: sicchè, o ragione o
torto ch’egli abbia in questo luogo, mostra che fer

(111) Ger. lib. c. 18, st. 21.
(112) De nupt. Pel. et Thet. v. 5.
(113) Ovid. Metam. l. 5, v. 52.
(114) De laud. Stilic. l. 3, v. 226.
(115) L. 5, v. 9.
(116) Propert. l. 2, Eleg. 20, al. 16, v. 9. (117) V. 11.
(118) L. 4, El. 1, v. 78.
(119) V. 89.
(120) V. 399.