NR26 LO SPAVENTO NOTTURNO. ‖ Idillio V. p. 48

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LO SPAVENTO NOTTURNO.
Idillio V.


Alceta.
1 Odi, Melisso: io vo’ contarti un sogno
2 Di questa notte, che mi torna a mente
3 In riveder la luna. Io me ne stava
4 A la finestra che risponde al prato
5 Guardando in alto: ed ecco a l'improvviso
6 Distaccasi la luna; e mi parea
7 Che quanto nel cader s’approssimava,
8 Tanto crescesse al guardo; infin che venne
9 A dar di colpo in mezzo al prato; ed era
10 Grande quanto una secchia, e di scintille
11 Vomitava una nebbia che stridea
12 Sì forte come quando un carbon vivo
13 Ne l'acqua immergi e spegni. Anzi a quel modo
14 La luna, come ho detto, in mezzo al prato
15 Si spegneva annerando a poco a poco,
16 E ne fumavan l’erbe intorno intorno.
17 Allor mirando in ciel, vidi rimaso
18 Come un barlume o un’orma, anzi una nicchia
19 Ond’ella fosse svelta; in guisa ch'io
20 N'accapricciava; e ancor non m’assicuro.
Melisso.
21 E bene hai che temer, chè agevol cosa
22 Fora cader la luna in sul tuo campo.
Alceta.
23 Chi sa? Non veggiam noi spesso di state
24 Cader le stelle?
Melisso.                 Egli ci ha tante stelle,
25 Che picciol danno è cader l’una o l’altra
26 Di loro, e mille rimaner. Ma sola
27 Ha questa luna in ciel, che da nessuno
28 Cader fu vista mai se non in sogno.