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Non quello
orrendo tuon, che s’assimiglia Al fero fulmine di Giove in
alto, Di quell’arme FATAL che mostra aperto Quanto sia più
d’ogni altro il secol nostro Già per mille cagion là su nemico (2).
Parla, come avrai capito, dell’arme da fuoco. E di nuovo nel
quinto (3): La FATAL bellezza Sopra l’onde a mirar Narcisso
torna. Vero è che il poema della Coltivazione, e l’altre opere
scritte dall’Alamanni in Francia, come il Girone e l’Avar-
chide, sono macchiate di parecchi francesismi: e quel ch’è
peggio, la detta Coltivazione ridonda maravigliosamente di roz-
zissime, sregolatissime e assurdissime costruzioni e forme d’o-
gni genere: tanto ch’ella è forse la più difficile e scabrosa
poesia di quel secolo, non ostante la semplicità dello stile, che
per verità non fu cercata dal buono Alamanni, anzi fuggita a
più potere, benchè non gli riuscì di schivarla. Ma quelle me-
desime cagioni che da un lato produssero questi difetti (e che
parimenti generarono sui
(2) V. 747.
(3) V. 933.