Differenze tra le versioni di "B24 ANNOTAZIONI p. 173"
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''mena a le genti.'' Il Petrarca (2) usa il sin- | ''mena a le genti.'' Il Petrarca (2) usa il sin- | ||
golare di ''luce'' per ''vita''. ''I’ che temo del cor'' | golare di ''luce'' per ''vita''. ''I’ che temo del cor'' | ||
− | ''che mi si parte, E veggio presso il fin de'' | + | ''che mi si parte, E veggio presso il fin <span style="background-color:yellow;">[[fin della mia|de]]</span>'' |
− | ''la mia LUCE''. | + | ''<span style="background-color:yellow;">[[fin della mia|la]]</span> mia LUCE''. |
Versione attuale delle 12:31, 14 apr 2020
te in arme, tolta una mannaia a due mani,
taglia le dure porte, e LI FERRATI AR-
PIONI DELLE BANDELLE. Da tutte le
sopraddette cose conchiuderemo, a parer mio,
che la voce ferrato posto per ferreo, non
tanto che si debba riprendere, ma nella poe-
sia specialmente, s’ha da tenere per una del-
l’eleganze della nostra lingua.
IV, 13 Quando le infauste luci
Virile alma ricusa.
Luci per giorni sta nella Crusca verone-
se con un testo del Caro, al quale aggiun-
gendo il seguente, ch’è d’uomo fiorentino,
anzi fiorentinissimo, cioè del Varchi (1), non
sei per fare opera perduta. Dopo atre notti,
più lucenti e belle LUCI più vago il Sol
mena a le genti. Il Petrarca (2) usa il sin-
golare di luce per vita. I’ che temo del cor
che mi si parte, E veggio presso il fin de
la mia LUCE.
(1) Boez. l. 3, rim. 1.
(2) Son. Quand’io son tutto volto in quella parte.