B26. Epistola al conte Carlo Pepoli p. 51

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145 Lei spinga il Fato e la Natura; a cui
146 Tanto nostro dolor diletti o giovi:
147 Con quali ordini e leggi a che si volva
148 Questo arcano Universo; il qual di lode
149 Colmano i saggi, io d'ammirar sono pago.
150     In questo specolar gli ozi traendo
151 Verrò; che conosciuto, ancor che tristo,
152 Ha suoi diletti il vero. E se del vero
153 Ragionando talor, fieno a le genti
154 O mal grati i miei detti o non intesi,
155 Non mi dorrò, chè già del tutto il vago
156 Desio di Gloria antico in me fia spento:
157 Vana Diva non pur, ma di Fortuna
158 E del Fato e d'Amor, Diva più cieca.