F31 III. ‖ AD ANGELO MAI, ‖ QUAND’EBBE TROVATO I LIBRI ‖ DI CICERONE ‖ DELLA REPUBBLICA. p. 36

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16     Certo senza de' numi alto consiglio
17 Non è ch'ove più lento
18 E grave è 'l nostro disperato obblio,
19 A percoter ne rieda ogni momento
20 Novo grido de' padri. Ancora è pio
21 Dunque a l'Italia il cielo; anco si cura
22 Di noi qualche immortale:
23 Ch’essendo questa o nessun'altra poi
24 L'ora da ripor mano a la virtude
25 Rugginosa de l'itala natura,
26 Veggiam che tanto e tale
27 È il clamor de’ sepolti, e che gli eroi
28 Dimenticati il suol quasi dischiude,
29 A ricercar s'a questa età sì tarda
30 Anco ti giovi, o patria, esser codarda.

31     Di noi serbate, o gloriosi, ancora
32 Qualche speranza? in tutto
33 Non siam periti? A voi certo il futuro
34 Ignoranza non copre: io son distrutto
35 Ed annullato dal dolor, chè scuro
36 M'è l'avvenire, e tutto quanto io scerno
37 È tal che sogno e fola
38 Fa parer la speranza. Anime prodi,
39 A i tetti vostri inonorata, immonda