N35 III. ‖ AD ANGELO MAI, ‖ QUAND'EBBE TROVATO I LIBRI ‖ DI CICERONE ‖ DELLA REPUBBLICA. p. 27

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117 Si componea l'umana vita: in bando
118 Li cacciammo: or che resta? or poi che il verde
119 È spogliato alle cose? Il certo e solo
120 Veder che tutto è vano altro che il duolo.

121     O Torquato, o Torquato, a noi l'eccelsa
122 Tua mente allora, il pianto
123 A te, non altro, preparava il cielo.
124 Oh misero Torquato! il dolce canto
125 Non valse a consolarti o a sciorre il gelo
126 Onde l'alma t'avean, ch'era sì calda,
127 Cinta l'odio e l'immondo
128 Livor privato e de' tiranni. Amore,
129 Amor, di nostra vita ultimo inganno,
130 T'abbandonava. Ombra reale e salda
131 Ti parve il nulla, e il mondo
132 Inabitata piaggia. Al tardo onore (4)
133 Non sorser gli occhi tuoi; mercè, non danno,
134 L’ora estrema ti fu. Morte domanda
135 Chi nostro mal conobbe, e non ghirlanda.

136     Torna torna fra noi, sorgi dal muto
137 E sconsolato avello,
138 Se d’angoscia sei vago, o miserando
139 Esemplo di sciagura. Assai da quello
140 Che ti parve sì mesto e sì nefando,
141 È peggiorato il viver nostro. O caro,