N35 X. ‖ IL PRIMO AMORE. p. 56
23 Gli occhi al sonno chiudea, come per febre
24 Rotto e deliro il sonno venia manco.
25 Oh come viva in mezzo alle tenebre
26 Sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi
27 La contemplavan sotto alle palpebre!
28 Oh come soavissimi diffusi
29 Moti per l’ossa mi serpeano, oh come
30 Mille nell’alma instabili, confusi
31 Pensier mi si volgean! qual tra le chiome
32 D’antica selva zefiro scorrendo,
33 Un lungo, incerto mormorar ne prome.
34 E mentre io taccio, e mentre io non contendo,
35 Che dicevi o mio cor, che si partia
36 Quella per che penando ivi e battendo?
37 Il cuocer non più tosto io mi sentia
38 Della vampa d’amor, che il venticello
39 Che l’aleggiava, volossene via.
40 Senza sonno io giacea sul dì novello,
41 E i destrier che dovean farmi deserto,
42 Battean la zampa sotto al patrio ostello.
43 Ed io timido e cheto ed inesperto,
44 Ver lo balcone al buio protendea
45 L’orecchio avido e l’occhio indarno aperto,
46 La voce ad ascoltar, se ne dovea
47 Di quelle labbra uscir, ch’ultima fosse;
48 La voce, ch’altro il fato, ahi, mi togliea.
49 Quante volte plebea voce percosse