N35c III. ‖ AD ANGELO MAI, ‖ QUAND’EBBE TROVATO I LIBRI ‖ DI CICERONE ‖ DELLA REPUBBLICA. p. 28
142 Chi ti compiangeria,
143 Se, fuor che di se stesso, altri non cura?
144 Chi stolto non direbbe il tuo mortale
145 Affanno anche oggidì, se il grande e il raro
146 Ha nome di follia;
147 Nè livor più, ma ben di lui più dura
148 La noncuranza avviene ai sommi? o quale,
149 Se più de’ carmi, il computar s’ascolta,
150 Ti appresterebbe il lauro un’altra volta?
151 Da te fino a quest’ora uom non è sorto,
152 O sventurato ingegno,
153 Pari all'italo nome, altro ch’un solo,
154 Solo di sua codarda etate indegno
155 Allobrogo feroce, a cui dal polo
156 Maschia virtù, non già da questa mia
157 Stanca ed arida terra,
158 Venne nel petto; onde privato, inerme,
159 (Memorando ardimento) in su la scena
160 Mosse guerra a’ tiranni: almen si dia
161 Questa misera guerra
162 E questo vano campo all'ire inferme
163 Del mondo. Ei primo e sol dentro all'arena
164 Scese, e nullo il seguì, che l’ozio e il brutto
165 Silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto.
166 Disdegnando e fremendo, immacolata