NR25 Annotazioni p. 663

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                                CANZONE PRIMA.

Stanza VI, verso 10. Vedi ingombrar de’ vinti
             la fuga i carri e le tende cadute.

Cioè trattenere, contrastare, impacciare, impedire. Questo
sentimento della voce ingombrare ha due testi nel Vocabolario
della Crusca; ma quando non ti paressero chiari, accompagnali
con quest’altro esempio, ch’è del Petrarca (1): Quel sì pen-
soso è Ulisse, affabil ombra, Che la casta mogliera aspetta e
prega; Ma Circe amando GLIEL ritiene e ’NGOMBRA. Dietro a
questo puoi notare il seguente, ch’è d’Angelo di Costanzo (2).
Che quel chiaro splendor ch’offusca e INGOMBRA, Quando vi
mira, OGNI più acuto ASPETTO (cioè vista), D’un’alta nube
la mia mente adombra. Ed altri molti ne troverai della mede-
sima forma leggendo i buoni scrittori, e vedrai anche si
dice ingombro nel significato d’impedimento o di ostacolo; e
se la Crusca non s’accorse di questo particolare, o non fu da
tanto di spiegarlo, tal sia di lei.
        Ivi, 12. E correr fra’ primieri
             pallido e scapigliato esso tiranno.
Del qual tiranno il nostro Simonide avanti a questo passo
non ha fatto menzione alcuna. Il Volgarizzatore antico dell’Epi-
stola di Marco Tullio Cicerone a Quinto suo fratello intorno
al Proconsolato dell’Asia (3): Avvegnach’io non dubitassi che
questa epistola molti messi, ed eziandio ESSA FAMA colla sua
velocità vincerebbono. Queste sono le primissime parole del-
l’Epistola. Similmente lo Speroni (4) dice che amor vince essa
natura volendo dire fino alla natura.
        Ivi, 14. Ve’ come infusi e tinti
             Del barbarico sangue.
Infusi qui vale aspersi o bagnati. Il Casa (5): E ben con-
viene Or penitenzia e duol l’anima lave De’ color atri e del
terrestre limo OND’ella è per mia colpa INFUSA e grave. Sopra
le quali parole i comentatori adducono quello che dice lo stesso





(1) Tr. d’Am. capit. 3, vers. 22.
(2) Son. 13.
(3) Firenze 1815, pag. 3.
(4) Dial. d’Amore. Dialoghi dello Sper. Venez. 1596, pag. 3.
(5) Canz. 4, stanza 3.