Nr25 Alla sua donna p. 661

Da wikileopardi.

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12 Viva mirarti omai
    13 Nulla spene m’avanza,
    14 S’allor non fosse, allor che ignudo e solo
    15 Per novo calle a peregrina stanza
    16 Verrà lo spirto mio. Già sul novello
    17 Aprir di mia giornata incerta e bruna,
    18 Te viatrice in questo arido suolo
    19 I' mi pensai. Ma non è cosa in terra
    20 Che ti somigli; e s’anco pari alcuna
    21 Ti fosse al volto, a gli atti, a la favella,
    22 Saria, così conforme, assai men bella.
23 Fra cotanto dolore
    24 Quanto a l'umana età propose il fato,
    25 Se vera e tal qual io pensando esprimo,
    26 Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora
    27 Questo viver beato;
    28 E ben chiaro vegg’io siccome ancora
    29 Seguir lóda e virtù qual ne’ prim’anni
    30 L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse
    31 Il Ciel nullo conforto a i nostri affanni;
    32 E teco la mortal vita saria
    33 Simile a quella che nel Cielo indía.
34 Per le valli, ove suona
    35 Del faticoso agricoltore il canto,
    36 Ed io seggo e mi lagno
    37 Del giovanile error che m’abbandona;
    38 E per li poggi, ov’io rimembro e piagno
    39 I perduti desiri, e la perduta
    40 Speme de’ giorni miei; di te pensando,
    41 A palpitar mi sveglio. E potess’io,
    42 Nel secol tetro e in questo aer nefando,
    43 L’alta specie serbar: chè de l'imago,
    44 Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.
45 Se de l'eterne idee
    46 L’una se’ tu, cui di sensibil forma
    47 Sdegni l’eterno senno esser vestita,
    48 E fra caduche spoglie
    49 Provar gli affanni di funerea vita,
    50 O s’altra terra ne’ superni giri
    51 Fra’ mondi innumerabili t’accoglie,
    52 E più vaga del Sol prossima stella
    53 T’irraggia, e più benigno etere spiri,
    54 Di qua, dove son gli anni infausti e brevi,
    55 Questo d’ignoto amante inno ricevi.

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