Premessa all’Ultimo canto di Saffo

Da wikileopardi.

Premessa all’Ultimo canto di Saffo

Il fondamento di questa Canzone sono i versi che Ovidio scrive in persona di Saffo, epist. 15. v. 31. segg.
Si mihi difficilis formam natura negavit etc. La cosa più difficile del mondo, e quasi impossibile,
si è d’interessare per una persona brutta; e io non avrei preso mai quest’assunto di commuovere i Lettori
sopra la sventura della bruttezza, se in questo particolar caso, che ho scelto a bella posta, non avessi
trovato molte circostanze che sono di grandissimo aiuto, cioè 1. la gioventù di Saffo, e il suo esser di donna.
Noi scriviamo principalmente agli uomini. Ora ni moza fea, ni vieja hermosa, dicono gli spagnuoli.
2. il suo grandissimo spirito, ingegno, sensibilità, fama, anzi gloria immortale, e le sue note disavventure,
le quali circostanze par che la debbano fare amabile e graziosa, ancorchè non bella; o se non lei, almeno la sua memoria.
3, e soprattutto, la sua antichità. Il grande spazio frapposto tra Saffo e noi, confonde le immagini,
e dà luogo a quel vago ed incerto che favorisce sommamente la poesia. Per bruttissima che Saffo potesse essere,
che certo non fu, l’antichità, l’oscurità de’ tempi, l’incertezza ec. introducono quelle illusioni che suppliscono ad
ogni difetto.