Differenze tra le versioni di "SI17 Inno a Nettuno d'incerto autore p. 9"

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della terra acqua, altri che un cavallo. Per l’acqua è <span style="background-color:silver;">[[Apollodoro,]]</span>  
 
della terra acqua, altri che un cavallo. Per l’acqua è <span style="background-color:silver;">[[Apollodoro,]]</span>  
Biblioteca lib. III, di cui ecco le parole; ''Ἧκεν οὖν πρῶτος Ποσειδῶν ἐπὶ''  
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Biblioteca lib. III, di cui ecco le <span style="background-color:silver;">[[parole:]]</span> ''Ἧκεν οὖν πρῶτος Ποσειδῶν ἐπὶ''  
 
''τὴν Ἀττικήν, καὶ πλήξας τῇ τριαίνῃ κατὰ μέσην τὴν ἀκρόπολιν, ἀνέφηνε θάλασσαν''
 
''τὴν Ἀττικήν, καὶ πλήξας τῇ τριαίνῃ κατὰ μέσην τὴν ἀκρόπολιν, ἀνέφηνε θάλασσαν''
 
''ἣν νῦν Ἐρεχθηίδα καλοῦσι'' = Primo dunque Nettuno venne nell’Attica,
 
''ἣν νῦν Ἐρεχθηίδα καλοῦσι'' = Primo dunque Nettuno venne nell’Attica,
 
e percosso col tridente il suolo nel mezzo della rocca, fe’ veduto  
 
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SI1709.jpeg


    (4) Ed al superbo Laomedonte alzavi
          Tu de l’ampio Ilion le sacre mura.

  È noto che, secondo i poeti, Nettuno fabbricò le mura di
Troja dopo essere stato discacciato dal cielo con Apolline per
aver cospirato contro Giove: e però l’autore parla dell’edifica-
mento di quelle mura dopo aver detto che Nettuno non potè vin-
cere Giove nè Minerva, della quale fa parola appresso.

    (5)                                               L’onde
          Biancheggianti del pelago spingesti
          Contr’Ilio tu, ec.

  Ovidio, Metamorfosi libro XI, favola 8:

    = Non impune feres, rector maris inquit, et omnes
          Inclinavit aquas ad avarae litora Trojae,
          Inque freti formam terras convertit, opesque
          Abstulit agricolis, et fluctibus obruit agros. =

    (6) E tosto fuor n’uscì destrier ch’avea
          Florido il crine.

  Questo passo è interessante per chi ama la mitologia. È assai
celebre la contesa di cui fa qui menzione il poeta, e ne hanno
parlato, fra gli altri, Varrone presso S. Agostino, Della Città di
 Dio, libro XVIII, capo 9; Cicerone nella Orazione in difesa di
 L. Flacco; Plinio, libro XVI, capo XLIV; Plutarco nella Vita
di Temistocle, e nelle Simposiache libro IX, Quistione VI; Ari-
stide nella Panatenaica; Eusebio nella Cronica; Nonno nei libri
XXXVI e XLIII τῶν Διονυσιακῶν; Ausonio nel Catalogo delle Città
famose; Proclo nel Comento al Timeo di Platone; Menandro il
Rettorico; l’antico Comentatore d’Aristofane nelle Note alle Nubi,
e tra’ nostri, Dante nel quintodecimo del Purgatorio:

                                    = Se tu se’ sire della villa
                    Del cui nome ne’ Dei fu tanta lite. =

È da notare il luogo di Proclo: ἔτι τοίνυν τὰ νικητήρια τῆς Ἀθηνᾶς παρ᾽
Ἀθηναίοις ἀνύμνηται· καὶ ἑορτὴν ποιοῦνται ταύτην, ὡς τοῦ Ποσειδῶνος ὑπὸ τῆς Ἀθηνᾶς
νικωμένου = oggi per ancora si celebra il trionfo di Minerva appo
gli Ateniesi che solenneggian questa festa per ricordanza della
vittoria di Nettuno riportata da quella =. Ora arde controversia
fra gli eruditi, de’ quali altri vogliono che Nettuno facesse uscir
della terra acqua, altri che un cavallo. Per l’acqua è Apollodoro,
Biblioteca lib. III, di cui ecco le parole: Ἧκεν οὖν πρῶτος Ποσειδῶν ἐπὶ
τὴν Ἀττικήν, καὶ πλήξας τῇ τριαίνῃ κατὰ μέσην τὴν ἀκρόπολιν, ἀνέφηνε θάλασσαν
ἣν νῦν Ἐρεχθηίδα καλοῦσι = Primo dunque Nettuno venne nell’Attica,
e percosso col tridente il suolo nel mezzo della rocca, fe’ veduto