B24 ANNOTAZIONI p. 131

Da wikileopardi.

p. 130 ← → p. 132

B24131.jpg


do fa plauso, dica piuttosto evviva che vi-
va; e quello non è vocabolo forestiero, ma
tutto quanto nostrale, e composto, come so-
no infiniti altri, d’una particella o vogliamo
interiezione italiana, e d’una parola italia-
na, a cui l’accento della detta particella o
interiezione monosillaba raddoppia la prima
consonante. Questo è quanto alla purità del-
la voce. Quanto alla convenienza, potranno
essere alcuni che non lodino l’uso di questa
parola in un poema lirico. Io non ho animo
d’entrare in quello che tocca alla ragion poe-
tica o dello stile o dei sentimenti di queste
Canzoni, perchè la povera poesia mi par de-
gna che, se non altro, se l’abbia questo ri-
spetto di farla franca dalle chiose. E però
taccio che laddove s’ha da esprimere la som-
ma veemenza di qualsivoglia affetto, i voca-
boli o modi volgari e correnti, non dico han-
no luogo, ma, quando sieno adoperati con
giudizio, stanno molto meglio dei nobili e
sontuosi, e danno molta più forza all’imita-
zione. Passo eziandio che in tali occorrenze i
principali maestri (fossero poeti o prosatori)
costumarono di scendere dignitosamente dalla