B24 ANNOTAZIONI p. 147

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       IV, 3. A te cui fato aspira
                 Benigno.

    I vari usi del verbo aspirare cercali nei
buoni scrittori latini e italiani; chè se ti fi-
derai del Vocabolario della Crusca, giudiche-
rai che questo verbo propriamente e unica-
mente significhi desiderare e pretendere di
conseguire, laddove questa è forse la più
lontana delle metafore che soglia patire
il detto verbo. E ti farai maraviglia come Giusto
de’ Conti (1) pregasse Amore che gli affran-
casse e aspirasse la lingua, e come il Mol-
za (2) dicesse che la fortuna aspirava lieto
corso ad Annibal Caro, e il Rucellai che
il sole aspira vapori caldi e che il vento
aspira il freddo boreale (3) e che l’orto
aspira odor di fiori e d’erbe (4), e come
Remigio Fiorentino (avverti questo sopran-
nome) scrivesse in figura di Fedra (5): IL

(1) Bella Mano, canz. 1, st. 1.
(2) Son. Voi cui Fortuna lieto corso aspira.
(3) Api, v. 159.
(4) v. 404.
(5) Epist. 4 d’Ovid. v. 309.