B24 ANNOTAZIONI p. 148

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QUAL sì come acerbamente infiamma Il pet-
to a me (parla d’Amore), così BENIGNO
e pio A tutti i voti tuoi cortese ASPIRI.
E prima (1) avea detto parimente d’Amore:
Così BENIGNO A i miei bei voti ASPIRI.
Similmente dice in persona di Paride (2):
Nè leve ASPIRA A l’alta impresa mia ne-
gletto NUME. E in persona di Leandro (3):
O benigna del ciel notturna LUCE (vien
a dir la luna), Siami benigna ed AL mio
nuoto ASPIRA. Così anche in altri luoghi (4).

       VI, 3. Quand’oltre a le colonne, ed oltre a i liti
                Cui strider parve in seno a l’onda il sole.

    Di questa fama anticamente divulgata,
che in Ispagna e in Portogallo, quando il
sole tramontava, s’udisse a stridere di mezzo
al mare a guisa che fa un carbone o un fer-
ro rovente che sia tuffato nell’acqua, sono
da vedere il secondo libro di Cleomede (5),

(1) v. 40.
(2) Ep. 15, v. 51.
(3) Ep. 17, v. 130.
(4) Ep. 15, v. 70 e 392.
(5) Circular. Doctrin. de Sublimibus, l. 2, c. 1. edit.
     Bake, Lugd. Bat. 1820, p. 109 et seq.