B26. Epistola al conte Carlo Pepoli p. 47

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45 Provveder commettiamo, una più grave
46 Necessità, cui provveder non puote
47 Altri che noi, già senza tedio e pena
48 Non adempiam: necessitate, io dico,
49 Di consumar la vita: improba, invitta
50 Necessità, cui non tesoro accolto,
51 Non di greggi divizia, o pingui campi,
52 Non aula puote e non purpureo manto
53 Sottrar l'umana prole. Or s'altri, a sdegno
54 I vóti anni prendendo, e la superna
55 Luce odiando, l'omicida mano,
56 I tardi fati a prevenir condotto,
57 In se stesso non torce; al duro morso
58 De la brama insanabile che invano
59 Felicità richiede, esso da tutti
60 Lati cercando, mille inefficaci
61 Medicine procaccia, onde quell'una
62 Che Natura apprestò, mal si compensa.
63     Lui de le vesti e de le chiome il culto
64 E de gli atti e de i passi, e i vani studi
65 Di cocchi e di cavalli, e le frequenti
66 Sale, e le piazze romorose, e gli orti
67 E le ville e i teatri, e giochi e feste
68 Tengon la notte e 'l giorno; a lui non parte
69 Mai da le labbra il riso; ahi, ma nel petto,