F31 XVII. ‖ AL CONTE CARLO PEPOLI. p. 118

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17 La vita all'uom non ha pregio nessuno,
18 Dritto e vero dirai. Le notti e i giorni
19 Tragge in ozio il nocchiero; ozio il perenne
20 Sudar ne le officine, ozio le vegghie
21 Son de' guerrieri e 'l perigliar ne l'armi;
22 E 'l mercatante avaro in ozio vive:
23 Chè non a se, non ad altrui, la bella
24 Felicità, cui solo agogna e cerca
25 La natura mortal, veruno acquista
26 Per cura o per sudor, vegghia o periglio.
27 Pure a l'aspro desire onde i mortali
28 Già sempre infin dal dì che 'l mondo nacque
29 D'esser beati sospiraro indarno,
30 Di medicina in loco apparecchiate
31 Ne la vita infelice avea natura
32 Necessità diverse, a cui non senza
33 Opra e pensier si provvedesse, e pieno,
34 Poi che lieto non può, corresse il giorno
35 A l'umana famiglia; onde agitato
36 E confuso il desio, men loco avesse
37 Al travagliarne il cor. Così de' bruti
38 La progenie infinita, a cui pur solo,
39 Nè men vano che a noi, vive nel petto
40 Desio d'esser beati; a quello intenta
41 Che a lor vita è mestier, di noi men tristo