N35 XVIII. ‖ ALLA SUA DONNA. p. 82

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20 Che ti somigli; e s’anco pari alcuna
21 Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,
22 Saria, così conforme, assai men bella.

23     Fra cotanto dolore
24 Quanto all'umana età propose il fato,
25 Se vera e quale il mio pensier ti pinge,
26 Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora
27 Questo viver beato:
28 E ben chiaro vegg’io siccome ancora
29 Seguir loda e virtù qual ne’ prim’anni
30 L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse
31 Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
32 E teco la mortal vita saria
33 Simile a quella che nel cielo india.

34     Per le valli, ove suona
35 Del faticoso agricoltore il canto,
36 Ed io seggo e mi lagno
37 Del giovanile error che m’abbandona;
38 E per li poggi, ov’io rimembro e piagno
39 I perduti desiri, e la perduta
40 Speme de’ giorni miei; di te pensando,
41 A palpitar mi sveglio. E potess’io,
42 Nel secol tetro e in questo aer nefando,
43 L’alta specie serbar; che dell’imago,
44 Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.