N35 XXV. ‖ IL SABATO ‖ DEL VILLAGGIO. p. 118

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18 Giù da' colli e da' tetti,
19 Al biancheggiar della recente luna.
20 Or la squilla dà segno
21 Della festa che viene;
22 Ed a quel suon diresti
23 Che il cor si riconforta.
24 I fanciulli gridando
25 Su la piazzuola in frotta,
26 E qua e là saltando,
27 Fanno un lieto romore:
28 E intanto riede alla sua parca mensa,
29 Fischiando, il zappatore,
30 E seco pensa al dì del suo riposo.

31     Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
32 E tutto l'altro tace,
33 Odi il martel picchiare, odi la sega
34 Del legnaiuol, che veglia
35 Nella chiusa bottega alla lucerna,
36 E s'affretta, e s'adopra
37 Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

38     Questo di sette è il più gradito giorno,
39 Pien di speme e di gioia:
40 Diman tristezza e noia
41 Recheran l'ore, ed al travaglio usato
42 Ciascun in suo pensier farà ritorno.