SI17 Inno a Nettuno d'incerto autore p. 18

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avvenimento il luogo (l’Areopago) trae il suo nome =. Sono da
vedere però intorno a questo famosissimo giudizio Lattanzio, li-
bro I, capo 10, e libro V, capo 3; S. Agostino, Della Città di
Dio, libro XVIII, capo 10, ed altri, fra’ quali i citati nella
nota 27.

    (36)                                         E neri tori.

S’immolavano tori a Nettuno, come si raccoglie anche da
Omero, Iliade libro XI, verso 727; da Pindaro, Ode Olimpica
XIII, verso 98 e seguente; Pitica IV, verso 365 e seguente; Ne-
mea VI, verso 69; e da Virgilio, Eneide, libro II, verso 201 e
seguente, libro III, verso 119; e i tori erano neri, che apparisce
sì da questo luogo dell’Inno come dal libro III, verso 6 della
Odissea. Parmi da notare che in Efeso i giovani che facean da
coppieri nella festa di Nettuno, eran detti Ταῦροι = Tauri = ossia
Tori, come vedesi in Ateneo, libro X, e in Eustazio, Comento
al ventesimo della Iliade; e forse questa era quella chiamata
Ταῦρεια = Taurea = che Esichio dice essersi celebrata in onore
di Nettuno.

    (37)   In Trezene.

Città dell’Argolide sacra a Nettuno, e però detta Posidonia,
cioè Nettunia, al rapportare di Strabone. Dice Plutarco nella
Vita di Teseo, che Ποσειδῶνα… Τροιζήνιοι σέβουσι διαφερόντως, καὶ θεὸς οὖτός
ἐστιν αὐτοῖς πολιοῦς. ᾧ καὶ καρπῶν ἀπάρχονται, καὶ τρίαιναν ἐπίσημον ἔχουσι τοῦ
νομίσματος = quei di Trezene rendono un singolare onore a Net-
tuno, Dio tutelare della loro città, gli offrono le primizie dei
frutti, ed hanno il tridente per insegna della loro moneta =.
Pausania, libro II, nota lo stesso delle antiche monete dei Tre-
zenii, e dice inoltre che essi Ποσειδῶνα (σέβουσι) Βασιλέα ἐπίκλησιν =
onorano Nettuno sotto il titolo di Re =.

    (38)                         In Geresto.

  Porto illustre e castello che Plinio chiama città, nel pro-
montorio dello stesso nome in Eubea. V’avea un tempio famo-
sissimo di Nettuno ricordato da Strabone, libro X, e da Stefano
il Geografo, alla voce Γεραιστός. Il Comentator greco di Pindaro
nelle note all’Ode Olimpica XIII, scrive che ἐν Εὐβοίᾳ Γεραίστια
ὑπὸ πάντων Γεραιστίων ἄγεται τῷ Πο σειδῶνι, διὰ τὸν συμβάντα χειμῶνα περὶ Γεραιστὸν
= nell’Eubea tutti quei di Geresto celebrano una festa in onore
di Nettuno, a cagione di una procella accaduta presso Geresto =.

    (39) E gran fracasso s’ode e molto pianto.

  Ho cercato nella traduzione di serbare, quanto era possibile,
l’armonia espressiva che è nel testo.