B24 COMPARAZIONE ‖ DELLE SENTENZE ‖ DI BRUTO MINORE ‖ E DI TEOFRASTO ‖ VICINI A MORTE p. 74

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ribondo, non credo che uscissero mai delle
scritture degli eruditi (dove anche non so il
conto che se ne faccia), non ostante che sie-
no degnissime di considerazione, e abbiano
molta corrispondenza col detto di Bruto sì
per l’occasione in cui furono pronunziate, e
sì per la sostanza loro. Diogene Laerzio le ri-
ferisce, copiando, per quello ch’io mi per-
suado, qualche scrittore più antico e più
grave, com’è solito di fare. Dice dunque
che Teofrasto venuto a morte e domandato
da’ suoi discepoli se lasciasse loro nessun ri-
cordo o comandamento, rispose: Niuno; sal-
vo che l’uomo disprezza e gitta molti pia-
ceri a causa della gloria. Ma non così tosto
incomincia a vivere, che la morte gli soprav-
viene. Perciò l’amor della gloria è così svan-
taggioso come che che sia. Vivete felici e
lasciate gli studi, chè vogliono gran fatica;
o coltivategli a dovere, chè portano gran
fama. Se non che la vanità della vita è
maggiore dell’utilità. Per me non è più
tempo a deliberare: voi altri considerate
quello che vada fatto. E così dicendo spirò.
    Altre cose dette da Teofrasto vicino a