B24 COMPARAZIONE ‖ DELLE SENTENZE ‖ DI BRUTO MINORE ‖ E DI TEOFRASTO ‖ VICINI A MORTE p. 76

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apostasie da quegli errori magnanimi che ab-
belliscono o più veramente compongono la
nostra vita, cioè tutto quello che ha della
vita piuttosto che della morte, riescono or-
dinarissimi e giornalieri dopo che l’intelletto
umano coll’andar dei secoli ha scoperto, non
dico la nudità, ma fino agli scheletri delle
cose, e dopo che la sapienza, tenuta dagli
antichi per consolazione e rimedio principale
della nostra infelicità, s’è ridotta a denun-
ziarla e quasi entrarne mallevadrice a quei
medesimi che, non conoscendola, o non l’a-
vrebbero sentita, o certo l’avrebbero medicata
colla speranza. Ma fra gli antichi assuefatti
com’erano a credere, secondo l’insegnamento
della natura, che le cose fossero cose e non
ombre, e la vita umana destinata ad altro
che alla miseria, questi rinnegamenti o vo-
gliamo apostasie cagionate, non da passioni
o vizi, ma dal senso e discernimento della
verità, non si trova che intervenissero se non
di rado; e però, quando si trova, è ragione
che il filosofo le consideri attentamente.
    E più maraviglia ci debbono fare le sen-
tenze di Teofrasto, quanto che le condizioni