B24 COMPARAZIONE ‖ DELLE SENTENZE ‖ DI BRUTO MINORE ‖ E DI TEOFRASTO ‖ VICINI A MORTE p. 77

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della sua morte non si potevano chiamare in-
felici, e non pare che Teofrasto se ne potes-
se rammaricare, avendo conseguito e goduto
fino allora per lunghissimo spazio il suo prin-
cipale intento, ch’era stata la gloria. Lad-
dove il concetto di Bruto fu come un’ispi-
razione della calamità, la quale alcune volte
ha forza di rivelare all’animo nostro quasi
un’altra terra, e persuaderlo vivamente di
cose tali, che ci bisogna poi lungo tempo a
fare che la ragione le trovi da se medesima,
e le insegni all’universale degli uomini, o
anche de’ filosofi solamente. E in questa par-
te l’effetto della calamità si rassomiglia al
furore de’ poeti lirici, che d’un’occhiata (co-
me quelli che si vengono a trovare quasi in
grandissima altezza) scuoprono tanto paese
quanto non ne sanno scoprire i filosofi nel
tratto di molti secoli. In quasi tutti i libri
antichi (o filosofi o poeti o storici o qua-
lunque sieno gli scrittori) s’incontrano molte
sentenze dolorosissime che sebbene oggidì cor-
rono più volgarmente, non per questo si può
dire che fra gli uomini di quei tempi fossero
pellegrine. Ma per lo più derivano dalla mi-