B24 COMPARAZIONE ‖ DELLE SENTENZE ‖ DI BRUTO MINORE ‖ E DI TEOFRASTO ‖ VICINI A MORTE p. 78

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seria particolare ed accidentale di chi le scri-
veva, o di chi si racconta o si finge che le
profferisse. E quei concetti o, parlando gene-
ralmente, quella tristezza e quel tedio che
s’accompagnano tanto all’apparenza della fe-
licità quanto alle miserie medesime e ch’han-
no rispetto alla natura ed all’ordine immu-
tabile e universale delle cose umane, è raro
assai che si trovino significati ne’ monumenti
degli antichi. I quali antichi quando erano
travagliati dalle sventure, se ne dolevano in
modo come se per queste sole fossero privi
della felicità, che stimavano possibilissima a
conseguire, anzi propria dell’uomo, se non
quanto la fortuna gliela vietasse.
    Ora volendo cercare quello che potesse
avere indotto nell’animo di Teofrasto il sen-
timento della vanità della gloria e della vi-
ta, che a ragguaglio di quel tempo e di quel-
la nazione, riesce straordinario; troveremo
primieramente che la scienza del detto filoso-
fo non si conteneva dentro ai termini di tale
o tal altra parte delle cose, ma si stendeva
poco meno che a tutto lo scibile quanto e-
ra lo scibile in quell’età), come si racco-