F31 III. ‖ AD ANGELO MAI, ‖ QUAND’EBBE TROVATO I LIBRI ‖ DI CICERONE ‖ DELLA REPUBBLICA. (Note) p. 44

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prese fatte da Decimo Bruto in Portogal-
lo: Peragratoque victor Oceani litore,
non prius signa convertit, quam caden-
tem in maria solem, obrutumque aquis
ignem, non sine quodam sacrilegii me-
tu, et horrore, deprehendit. Vedi altresì
le annotazioni degli eruditi sopra il qua-
rantesimoquinto capo di Tacito delle Co-
se germaniche.” Dall’edizione di Bolo-
gna.
    (2) “Al tempo che poca o niuna contezza
si aveva della rotondità della terra, e delle
altre dottrine che appartengono alla co-
smografia, gli uomini non sapendo quello
che il sole durante la notte operasse o pa-
tisse, fecero intorno a questo particolare
molte e belle immaginazioni, secondo la
vivacità e la freschezza di quella fantasia,
che oggidì non si può chiamare altrimenti
che fanciullesca, ma che in ciascun’altra
età degli antichi poteva poco meno che
nella puerizia. E s’alcuni s’immaginarono
che il sole si spegnesse la sera e che la
mattina si raccendesse, altri si persuasero
che dal tramonto si posasse, e dormisse fino