F31 III. ‖ AD ANGELO MAI, ‖ QUAND’EBBE TROVATO I LIBRI ‖ DI CICERONE ‖ DELLA REPUBBLICA. p. 38

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63 De la fortuna, al cui sdegno e dolore
64 Fu più l'averno che la terra amico.
65 L'averno: e qual non è parte migliore
66 Di questa nostra? E le tue dolci corde
67 Susurravano ancora
68 Dal tocco di tua destra, o sfortunato
69 Amante. Ahi dal dolor comincia e nasce
70 L'italo canto. E pur mèn grava e morde
71 Il mal che n'addolora
72 Del tedio che n'affoga. Oh te beato,
73 A cui fu vita il pianto. A noi le fasce
74 Cinse il fastidio; a noi presso la culla
75 Immoto siede, e su la tomba, il nulla.

76     Ma tua vita era allor con gli astri e 'l mare,
77 Ligure ardita prole,
78 Quand'oltre a le colonne, ed oltre a i liti
79 Cui strider parve in seno a l'onda il sole (1),
80 Novo di prore incarco a gl'infiniti
81 Flutti commesso, ritrovasti il raggio
82 Del Sol caduto, e 'l giorno
83 Che nasce allor ch'a i nostri è giunto al fondo;
84 E rotto di natura ogni contrasto,
85 Ignota immensa terra al tuo viaggio
86 Fu gloria, e del ritorno