M17 Inno a Nettuno d'incerto autore p. 21
(34) E Marte istesso
Impunemente non t’uccise il figlio
Alirrozio leggiadro.
Pausania, libro I: Ἔστι δὲ ἐν αὐτῷ κρήνη παρ᾽ ᾗλέγουσι Ποσειδῶνος παῖδα
Ἁλιῤῥότιον, θυγατέρα Ἄρεως Ἀλκίππην αἰσχύναντα, ἀποθανεῖν ὑπὸ Ἄρεως = Quivi
ha una fonte presso cui dicono che Marte uccidesse Alirrozio fi-
glio di Nettuno, il quale avea violata la sua figlia Alcippe =.
(35) I numi tutti
Lui concordi dannar.
Aristide, Orazione Panatenaica: Λαγχάνει Ποσειδῶν Ἄρει τὴν ὑπὲρ
τοῦ παιδὸς καὶ νικᾷ ἐν ἅπασι τοῖς Θεοῖς. Καὶ τὴν ἐπωνυμίαν ὁ τόπος (ὁ Ἄρειος πάγος)
Λαμβάνει τὴν σὐτὴν = Muove lite Nettuno a Marte per cagione del
proprio figlio e la vince co’ voti di tutti gli Dei; e da questo
avvenimento il luogo (l’Areopago) trae il suo nome =. Sono da
vedere però intorno a questo famosissimo giudizio Lattanzio, li-
bro I, capo 10, e libro V, capo 3; S. Agostino, Della Città di
Dio, libro XVIII, capo 10, ed altri, fra’ quali i citati nella
nota 27.
(36) E neri tori.
S’immolavano tori a Nettuno, come si raccoglie anche da
Omero, Iliade libro XI, verso 727; da Pindaro, Ode Olimpica
XIII, verso 98 e seguente; Pitica IV, verso 365 e seguente; Ne-
mea VI, verso 69; e da Virgilio, Eneide, libro II, verso 201 e
seguente, libro III, verso 119; e i tori erano neri, che apparisce
sì da questo luogo dell’Inno come dal libro III, verso 6 della
Odissea. Parmi da notare che in Efeso i giovani che facean da
coppieri nella festa di Nettuno, eran detti Ταῦροι = Tauri = ossia
Tori, come vedesi in Ateneo, libro X, e in Eustazio, Comento
al ventesimo della Iliade; e forse questa festa era quella chiamata
Ταῦρεια = Taurea = che Esichio dice essersi celebrata in onore
di Nettuno.
(37) In Trezene.
Città dell’Argolide sacra a Nettuno, e però detta Posidonia,
cioè Nettunia, al rapportare di Strabone. Dice Plutarco nella
Vita di Teseo, che Ποσειδῶνα… Τροιζήνιοι σέβουσι διαφερόντως, καὶ θεὸς οὖτός
ἐστιν αὐτοῖς πολιοῦς. ᾧ καὶ καρπῶν ἀπάρχονται, καὶ τρίαιναν ἐπίσημον ἔχουσι τοῦ
νομίσματος = quei di Trezene rendono un singolare onore a Net-
tuno, Dio tutelare della loro città, gli offrono le primizie dei
frutti, ed hanno il tridente per insegna della loro moneta =.
Pausania, libro II, nota lo stesso delle antiche monete dei Tre-
zenii, e dice inoltre che essi Ποσειδῶνα (σέβουσι) Βασιλέα ἐπίκλησιν =
onorano Nettuno sotto il titolo di Re =.