N35 XXXII. Palinodia al marchese Gino Capponi p. 148

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17 Ordinator, fra le percosse tazze
18 E i branditi cucchiai, viva rifulse
19 Agli occhi miei la giornaliera luce
20 Delle gazzette. Riconobbi e vidi
21 La pubblica letizia, e le dolcezze
22 Del destino mortal. Vidi l’eccelso
23 Stato e il valor delle terrene cose,
24 E tutto fiori il corso umano, e vidi
25 Come nulla quaggiù dispiace e dura.
26 Nè men conobbi ancor gli studi e l’opre
27 Stupende, e il senno, e le virtudi, e l’alto
28 Saver del secol mio. Nè vidi meno
29 Da Marrocco al Catai, dal Nilo all’Orse,
30 E da Boston a Goa, correr dell’alma
31 Perfezion, della comune e vera
32 Felicità su l’orme a gara ansando
33 Regni, imperi e ducati; e già tenerla
34 O per le chiome fluttuanti, o certo
35 Per l’estremo del boa (11). Così vedendo,
36 E meditando sovra i larghi fogli
37 Profondamente, del mio grave, antico
38 Errore, e di me stesso, ebbi vergogna.

39     Aureo secolo omai volgono, o Gino,
40 I fusi delle Parche. Ogni giornale,
41 Gener vario di lingue e di colonne,
42 Da tutti i lidi lo promette al mondo