SI17 Inno a Nettuno d'incerto autore p. 12

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E Menelao nello stesso libro, finito il combattimento equestre,
impone ad Antiloco che giuri per Nettuno. Pindaro nella prima
Ode Olimpica dice che Nettuno

      Ἔδωκεν δίφρον χρύδεον, ἐν πτεροῖ-
      Σίν τ᾽ ἀκάμαντας ἵππους
                        = Un cocchio d’oro a lui
      E cavalli donò d’ali indefesse =,

parlando di Pelope: e nel fine dell’Ode quinta chiama Ποσειδανίους
= Nettunii = i cavalli di Psaumide Camarineo, vincitore Olim-
pico. Si volle ancora che alcuni cavalli fossero della razza di
Nettuno.

      = Quamvis saepe fuga versos ille egerit hostes,
      Et patriam Epirum referat fortesque Mycenas,
      Neptunique ipsa deducat origine gentem: =

dice Virgilio di un cavallo nel libro III delle Georgiche. Stazio
nel sesto della Tebaide canta del cavallo di Adrasto:

      = Ducitur ante omnes rutilae manifestus Arion
      Igne jubae. Neptunus equo, si certa priorum
      Fama, pater: primus teneris laesisse lupatis
      Ora, et littoreo domitasse in pulvere fertur
      Verberibus parcens, etenim insatiatus eundi
      Ardor, et hiberno par incostantia ponto.
      Saepe per Jonium Libycumque natantibus ire
      Interjunctus equis, omnesque assuetus in oras
      Caeruleum deferre patrem. Stupuere relicta
      Nubila: certantes Eurique Notique sequuntur =.

Veggasi più sopra nella nota 6 il passo di Servio e altresì il li-
bro XXIII della Iliade, verso 345 e seguente. Parmi non s’ap-
pongano Servio e gli altri interpreti che spiegando il verso 691
del settimo della Eneide:

      = At Messapus equum domitor, Neptunia proles =,

dicono avere il poeta chiamato Messapo, prole di Nettuno, per-
chè egli era venuto per mare in Italia: spiegazione assai stirac-
chiata: e penso che Virgilio medesimo spieghi ottimamente la
seconda parte del verso colla prima, in cui chiama Messapo, do-
mator di cavalli, qualità, per cagione della quale,se non erro,
egli lo fa poi figlio di Nettuno. E notisi come nella Eneide Mes-
sapo non è mai detto figlio di Nettuno, che non sia chiamato
altresì domatore di cavalli o in altra simil guisa: onde nel libro
IX si ripete tutto intero il verso citato, nel duodecimo esso tro-
vasi pure quasi intero, mutato solo l’At in Et, e nel decimo si
legge: